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Inchiesta sulle Patologie Professionali dei Musicisti

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L’intenso studio della tecnica strumentale e l’esecuzione musicale impongono atteggiamenti posturali protratti, a volte scorretti, che possono generare, nel tempo, ripercussioni e sintomatologie dolorose a carico delle giunzioni tendino-legamentose, delle articolazioni periferiche e della colonna vertebrale, variabili a seconda dello strumento. Se non curate possono anche risultare invalidanti.

La letteratura scientifica ha dimostrato ampiamente che esistono numerose patologie muscolo-scheletriche e neurologiche che affliggono i musicisti professionisti (e non) tali da limitare la loro performance e, in alcuni casi, costringere all’interruzione dell’attività professionale (o amatoriale). E’ stato dimostrato, inoltre, che le alterazioni posturali dipendono da alcuni aspetti contingenti quali: caratteristiche fisiche dello strumento musicale; esigenze tecniche strumentistiche; sedie non ergonomiche; quantità o qualità di ore di studio o di lavoro; condizioni emotive.

La letteratura scientifica ha dimostrato ampiamente che esistono numerose patologie muscolo-scheletriche e neurologiche che affliggono i musicisti professionisti (e non) tali da limitare la loro performance e, in alcuni casi, costringere all’interruzione dell’attività professionale (o amatoriale). E’ stato dimostrato, inoltre, che le alterazioni posturali dipendono da alcuni aspetti contingenti quali: caratteristiche fisiche dello strumento musicale; esigenze tecniche strumentistiche; sedie non ergonomiche; quantità o qualità di ore di studio o di lavoro; condizioni emotive.

Tra le patologie più diffuse tra i musicisti vi sono: le tendinopatie, le neuropatie periferiche, la sindrome da “over-use”, le cervico-brachialgie, le lombalgie.

Nello specifico, ad esempio, i bassisti soffrono spesso di neuropatie periferiche indotte da posture scorrette (della mano) mantenute per lunghi periodi durante un’intensa attività. Anche i chitarristi assumono posture similari ma hanno uno strumento più leggero e spesso studiano seduti. I pianisti concertisti soffrono spesso della “sindrome da over-use” (uso prolungato di determinati distretti muscolari che provoca infiammazione e/o stato dolorosi degli stessi e delle loro inserzioni), questa sindrome può essere indotta da uno studio protratto, anche oltre le 6-8 ore, utilizzando accordi che utilizzano un utilizzo ampio della tastiera. I batteristi possono avere ripercussioni sia a livello della colonna vertebrale, a causa della seduta non ergonomica, sia a livello dei polsi per le sollecitazioni e vibrazioni continue dovute all’uso delle bacchette, così come ore prolungate di studio possono portare infiammazioni del tendine del polpaccio a causa della battuta alla gran cassa.

Parte così la nostra inchiesta, rivolta a tutti quei musicisti che abbiano avuto a che fare, in passato o attualmente, con patologie,disfunzioni o sintomatologie dolorose legate allo strumento utilizzato.

Chiedo pertanto la collaborazione di colleghi fisioterapisti, medici e musicisti che vogliano aiutarci in questo studio-ricerca contattandoci o scrivendoci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o sulla pagina Facebook “STaf Studio Associato di Fisioterapia”.

Spero che i risultati che emergeranno dalla nostra modesta ricerca e di conseguenza le considerazioni seguenti a questa, possano essere utili a tutti quelli che si interessano al mondo della musica; aiutandoci così a valutare piccoli errori mai notati e ad elaborare eventuali programmi di prevenzione e di cura innovativi ed efficaci.

Fkt Berardi Nicolaia
Fkt Marzovilla Elisabetta

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